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Lavoro: nessun licenziamento per l'offesa al capo nella chat dei colleghi

  • avvocatoelisaguerr
  • 6 mar
  • Tempo di lettura: 1 min

La Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 5936 del 6 Marzo 2025 ha stabilito che non può essere licenziato chi manda nella chat con i colleghi dal suo telefono privato, offese al capo. In questi casi il dipendente va reintegrato e risarcito.

Precisano gli Ermellini che la nozione di giusta causa di licenziamento è collegata a comportamenti che si concretano nella violazione degli obblighi facenti capo al lavoratore, individuati come obblighi di conformazione, diligenza e fedeltà, strettamente connessi all'osservanza delle prescrizioni attinenti all'organizzazione aziendale e ai modi di produzione e agli interessi dell'impresa.

Pertanto non rientra tra le prerogative datoriali un potere sanzionatorio di tipo meramente morale nei confronti dei dipendenti, tale da comprimere o limitare spazi di libertà costituzionalmente protetti, come quello concernente la corrispondenza privata.

6 Marzo 2025


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